GranBlue Fantasy Versus è un picchiaduro che guarda alla massa, ma non rinnega i tecnicismi.
- Nome completo – GranBlue Fantasy Versus
- Piattaforme – PS4, PC
- Developer – Arc System Works
- Publisher – Marvelous
- Distribuzione – Digitale/Retail
- Data di uscita – 27 marzo 2020
- Genere – Picchiaduro
Avete mai sentito parlare di GranBlue fantasy? Sicuramente da qualche parte avrete sentito un nome del genere, si tratta di uno dei franchise mobile più popolari nella terra del Sol Levante.
Pubblicato nel 2014 dallo studio di sviluppo Cygames su mobile, GranBlue Fantasy è diventato nel corso di questi sei anni uno dei jrpg mobile in salsa gatcha più remunerativi in circolazione, con una base di utenza sempre in ascesa, tanto da aver permesso addirittura la nascita di eventi tematici in cui la community ha la possibilità di incontrare i creatori del gioco e celebrare questo universo fantasy.
Nato come un gioco mobile, il mondo di GranBlue ha rapidamente messo radici anche in altri lidi esterni ai videogames, con light novel, trasposizione manga e addirittura una serie animata. Tuttavia al franchise è sempre mancata una diramazione in altri genere videoludici e proprio per questo motivo Cygames si è adoperato in questi anni commissionando due progetti: uno è GranBlue Fantasy ReLink, action JRPG sviluppato in collaborazione con Platinum Games, e un picchiaduro su licenza affidato al team di Arc System Works, studio che del genere ne ha fatto un marchio di qualità.
Quello di cui parleremo oggi è proprio il picchiaduro, ovvero GranBlue Fantasy Versus, sul quale abbiamo trascorso una settimana per proporvi il nostro speciale.
Un picchiaduro fantasy con elementi RPG
GranBlue Fantasy Versus è un picchiaduro decisamente peculiare, a dir poco atipico per uno studio come Arc System Works che predilige un forte tecnicismo alla base delle sue produzioni. Persino Dragon Ball FighterZ, molto più accessibile rispetto alle serie di BlazBlue e Guilty Gear, tendeva ad evidenziare fin da subito dei tecnicismi tutti da gustare per gli amanti della competizione.
L’ultima opera del team, basata sulla licenza di GranBlue Fantasy è sfortunatamente passata inosservata, penalizzata da una distribuzione che non abbiamo paura di dirlo, ha letteralmente bruciato ogni possibilità per un suo successo al di fuori del territorio nipponico.
La produzione rientra all’interno di un canone del genere molto lontano dal caos a schermo a cui lo sviluppatore ha abituato con le sue precedenti opere, puntando su un livello di accessibilità molto alto per cercare di creare un punto d’incontro tra la fanbase abituato al gioco mobile, ma anche per avvicinare nuovi potenziali utenti, provenienti dalla scena dei picchiaduro e non solo.
Da questo punto di vista GranBlue Fantasy è un gioco studiato nei minimi dettagli per essere una vistosa bacheca pubblicitaria per sponsorizzare questo peculiare mondo fantasy ideato sei anni fa da Cygames.
Il titolo riporta alla mente la serie di Street Fighter di casa CAPCOM, con un design degli scontri estremamente pulito e neanche troppo veloci, con la concatenazione delle combo studiata per essere più ragionata. Scordatevi dunque grandi esplosioni a schermo, la spettacolarità di GranBlue Fantasy è appagante ma mai confusionaria, ma di questo ne parleremo in uno dei prossimi paragrafi.
Come dicevamo, Arc System Works e Cygames hanno prodotto un picchiaduro la cui principale esigenza è quella di accalappiare nuovi fan per avvicinarli al gioco free-to-play per cellulari. Consapevole di questa necessità lo sviluppatore ha introdotto tra le modalità single player la RPG Mode, una campagna divisa in più zone con quest da portare a termine e un preciso arco narrativo ambientato nell’universo fantasy di GranBlue.
Ciascuna delle quest ricalca pedissequamente la struttura di un gioco mobile, con i tre classici obiettivi da portare a termine per ottenere un determinato premio. Il fatto è che la campagna di GranBlue Fantasy non è un semplice orpello, ma qualcosa di inaspettatamente ben costruito, in cui l’anima del picchiaduro viene votata a degli scontri rielaborati in salsa più action, con tanto di abilità speciali utilizzabili, un sistema di esperienza e livelli per i personaggi e addirittura un gatcha system che ricorda non troppo alla lontana quello del gioco mobile: completando determinati obiettivi si otterranno dei ticket riscattabili che garantiranno l’accesso a nuove armi e skin del tutto casuali.
Ma la vera sorpresa arriva soprattutto dagli scontri, che si intervallano tra ondate di nemici da sconfiggere e boss ben più articolati, nei quali la struttura da action RPG mutua in scontri da picchiaduro più tradizionali nei quali però vi resta comunque l’applicazione delle skill per potenziare o curare i personaggi. Inoltre ad aggiungere pepe agli scontri vi è un sistema di armi con attributi elementati che ovviamente hanno effetti variabili sulla tipologia di nemici affrontati.
Arc System Works prova senza dubbio ad impegnarsi in una soluzione radicalmente diversa dalle solite story mode dei suoi picchiaduro, attingendo ed evolvendo quel concept sperimentato con la campagna di Dragon Ball FighterZ. Il problema ovviamente è una durata molto esigua, che può richiedere tra le 5 e 8 ore per essere completata, e rischia di diventare molto presto ripetitiva. Si, perché alla fine il limite di questa RPG Mode è anche il suo livello di difficoltà sbilanciato, che porta a superare con facilità e un minimo di grinding le fasi che potrebbero apparire più impegnative. Ma non c’è la sentiamo di bocciarla, poiché vi è stato un certo impegno, su tutti la creazione di boss con pattern di attacco originali e personaggi realizzati appositamente per apparire nel corso della narrazione.
Ad affiancare la modalità RPG Mode trova spazio una semplice modalità Arcade, una gallery in cui spendere il denaro ottenuto per sbloccare nuovi collezionabili, tra i quali spiccano gli ottimi brani che caratterizzano l’ottima colonna sonora del gioco.
Immancabile ovviamente la modalità Versus online, anche se in quel caso il netcode si dimostra non sempre stabile, e con i problemi di rete delle ultime settimane la situazione non è certamente di grande aiuto. La nostra preoccupazione punta sempre in direzione del grande problema alla base di GranBlue Fantasy, ovvero il suo essere un prodotto che attinge da una licenza ben poco nota al grande pubblico, motivo per il quale è lecito aspettarsi una community molto hardcore proveniente soprattutto dal fronte asiatico, e poco attiva in occidente.
La scelta di pubblicare il gioco in ritardo in Europa, dopo aver pubblicato in Giappone e Asia una versione già perfettamente localizzata un mese prima, con tanto di server region-free, desta più di qualche perplessità sul futuro di questo picchiaduro. Ricordiamo poi che Arc System Works è anche al lavoro su Guilty Gear -STRIVE-, titolo che potrebbe far migrare immediatamente parte di quella fanbase dello studio verso il nuovo gioco.
Un picchiaduro per tutti
Nei primi paragrafi della recensione abbiamo accennato all’accessibilità di GranBlue Fantasy, e quindi finalmente è giunto il momento di parlarne nel dettaglio. Per questo picchiaduro lo sviluppatore ha deciso di puntare molto sulle autocombo, senza però sacrificare la possibilità di un concatenamento più tradizionale.
Di base il gioco adotta uno schema di combo a quattro tasti: tre di essi sono dedicati agli attacchi di tipo leggero, medio, e pesante, mentre il quarto permette di eseguire una mossa speciale. La particolarità però riguarda proprio la special, la cui esecuzione varie per tipologia in base al tipo di lottatore in uso, così da spingere il giocatore a studiare tutta una strategia su come strutturare l’utilizzo di ciascuno dei personaggi.
Il roster di base, lo ammettiamo, ci ha fatto un po’ storcere il naso, con appena 11 lottatori di base e due extra come DLC. Nel nostro caso abbiamo avuto l’opportunità di provare anche Beelzebub e Narmaya, con il primo che ha immediatamento attirato la nostra attenzione per il modo in cui lo sviluppatore lo ha radicalmente differenziato dagli altri.
Tutto sommato, nonostante la scarsità del roster, Arc System Works ha sempre saputo come valorizzare tutti i personaggi del proprio roster, ognuno diverso dall’altro per stile di combattimento e assetto di combo. Nel caso di GranBlue Fantasy anche i giocatori poco avvezzi ai picchiaduro avranno la possibilità di apprezzare al meglio tutte le sfumature del picchiaduro grazie alla presenza di combo articolate (per i più esperti) e un modello di autocombo ancora più basilare rispetto a Dragon Ball FighterZ che si rifà, in un certo qual modo proprio a quella di un action RPG 2.5D, in cui l’esecuzione delle speciali richiede la combinazione di uno dei quattro tasti frontali e il tasto R1.
La particolarità con cui lo sviluppatore ha deciso di bilanciare la situazione tra le due fasce di utenza è molto semplice: coloro che utilizzeranno le special semplificate dovranno rispettare un cooldown, mentre gli esperti potranno utilizzare in maniera illimitata concatenando i vari tasti, la cui esecuzione è affidata principalmente alla rotazione dell’analogico o le mezzelune (quando vi abbiamo detto che ricalca Street Fighter non scherzavamo affatto).
Grazie a questa struttura Arc System Works potrà accontentare praticamente tutti, anche se inevitabilmente i giocatori esperti potranno sfruttare (e abusare) saggiamente dell’intero parco mosse senza problemi. A questo si aggiunge anche una barra legata alla mossa Super, che una volta raggiunta la percentuale di caricamento può essere eseguita dando vita ad una spettacolare esecuzione scenica con cui ribaltare la partita. Immancabili poi anche i tutorial, a cui si affianca una modalità Sfida utile per mettere alla prova le proprie capacità con quanto appreso fino a quel momento.
E quindi proprio il caso di dirlo, GranBlue Fantasy potrebbe essere uno dei picchiaduro nipponici più accessibili in circolazione al momento.